Si deve a Michele Moio
sin dal dopoguerra il merito di aver intuito che
il vino rosso ottenuto dalle uve Primitivo,
provenienti dai migliori siti di Mondragone,
poteva essere degnamente considerato, dopo tanti
secoli di trasformazioni tecniche, climatiche,
genetiche e di gusto, la versione moderna del
vino caro ai romani antichi. A lui va il merito
di aver riproposto sin dagli anni '50 agli
appassionati di vino e dell'antichità classica
un nuovo grande Falerno.